venerdì 1 gennaio 2010

RECENSIONE: Already Free - Derek Trucks Band


E' uscito a gennaio 2009, ma a chi è sfuggito lo consiglio caldamente. Pubblico la recensione:


La mette sul poetico-ecologico, Derek Trucks, per ambientare il suo nuovo album, il più nuovo della personale serie di questo chitarrista iniziata nel 1997. La visione bucolica domestica è intonata alla musica, che ha solide radici nel passato e colori fieramente vintage; lo studio casa-bottega che prima si diceva è stato riempito di macchinari provenienti dalle sale Sony di New York in disarmo e dai Konk Studios di Ray Davies a Londra, con il gusto e il piacere del modernariato tecnologico. Derek è nipote di Butch Trucks, leggendario percussionista degli Allman Bros. negli anni d'oro, e ha sempre vissuto in quel film: folate di southern music, chitarre graffianti e blues selvatico, con inevitabili riferimenti agli anni 70 ma la voglia anche di non rinchiudersi nel guscio e di parlare la lingua dei nostri giorni.

Forse Already Free ha poco coraggio, l'album precedente prometteva viaggi più stimolanti su nuvole alte di fantasia; ma agli appassionati probabilmente va meglio così, un american classic convenzionale che li rassicuri che quella scuola di rock non è morta, e dopo il declino e le sbandate di Black Crowes e Gov't Mule oggi c'è Trucks a confortarli. Tra i brani spiccano soprattutto le cover, da I Know di Big Maybelle a Sweet Inspiration di Spooner e Oldham, fino a un Dylan minore ma graffiante, Down In The Flood, dal baule in soffitta dei "Basement Tapes".